L’effetto di Facebook e Twitter sull’healthcare: meno barriere per una comunicazione partecipata
Twitter, Facebook e LinkedIn senza che ce ne rendessimo conto hanno completamente rivoluzionato il modo in cui organizzazioni sanitarie, medici e pazienti comunicano.
Alcuni numeri presi dall’articolo di Vanni Vischi su UpValue rendono meglio l’idea:
• il 90% dei Millenials (giovani) sostiene di fidarsi delle informazioni mediche condivise da altre persone sui social media (fonte: Search Engine Watch);
• tra gli adulti, un 30% condivide le informazioni sulla propria salute con altri pazienti, un 47% lo fa con i dottori, un 43% con gli ospedali, un 38% con una compagnia assicuratrice e un 32% interagisce con una farmaceutica (fonte: Fluency Media);
• il 60% dei consumatori in generale, non a caso, riferisce di credere di più ad un post informativo di un medico vs un 36% che si fida di quanto scrivono le case farmaceutiche (fonte: MDDI);
• il 66% dei clinici usa i social per il proprio lavoro, spesso preferendo i forum alle community riservate (fonte:EMR Thoughts) e, nel 60% dei casi, sostiene che il loro utilizzo sia in grado di migliorare la qualità dell’assistenza fornita ai pazienti (fonte: Demi & Cooper Advertising and DC Interactive Group);
• il 54% dei pazienti è d’accordo con l’eventualità che il proprio curante possa cercare online delle consulenze utili ad affrontare meglio il loro quadro clinico (source: Mediabistro) e, nel 49% dei casi, auspica che i social possano divenire un canale diretto dove concordare la visita e rivolgersi per ogni questione possa sorgere nelle ore successive alla stessa (fonte: HealthCare Finance News);
• il 41% delle persone sostiene che ciò che leggono sui social media potrebbe influenzare la loro decisione in merito a quale medico, ospedale o altra struttura assistenziale prendere in considerazione quando devono affrontare un problema di salute (fonte: Demi & Cooper Advertising and DC Interactive Group);
• il 31% delle istituzioni sanitarie e/o delle associazioni legate al mondo della salute si è dotata di specifiche linee guida per la redazione di contenuti destinati ai canali social (fonte: Institute for Health) mentre una grossa parte dei produttori di farmaci, il 23%, non ha ancora fatto alcuna contromossa, nemmeno per la gestione delle emergenze sul web (fonte: Mediabistro).
Internet prima e i social network poi hanno reso l’accesso all’informazione sanitaria più democratica e orizzontale.
Anche il processo di cura sta fortunatamente recependo questo mutamento con nuove pratiche terapeutiche, la Medicina Narrativa ad esempio che avvicina la figura del medico a quella del paziente, e con nuove infrastrutture digitali a sostegno come DNMLAB (la prima piattaforma digitale per l’applicazione della Medicina Narrativa nella pratica clinica).