La ricerca di Philips sui nuovi pazienti 4.0: non solo millennials. Il traguardo della sanità integrata. Il 63% si aspetta progressi nell’assistenz e il 67% degli italiani sa utilizzare dispositivi tech per prevenzione e cura, ma chiede maggiore interazione con i sanitari
Articolo di Francesca Gambarini sul Corriere della Sera
Più connessi, quindi più sani. Una formula semplice ed efficace, come vorrebbe e potrebbe essere la rivoluzione digitale della salute. Almeno così se la immaginano gli italiani coinvolti da Philips nella ricerca «Siamo pronti per la connected care?»: un campione di oltre duemila intervistati tra i 18 e gli 80 anni che, nel primo trimestre del 2016, hanno consultato un medico.
Tra questi, il 76% riconosce l’importanza della sanità integrata, il 67% dichiara di saper usare strumenti legati alla connected care, il 63% si aspetta un miglioramento della qualità delle cure se questo sistema verrà implementato. Si tratta quindi di pazienti in larga parte già «digitali», sempre più consapevoli delle proprie condizioni fisiche, che chiedono più comunicazione, soprattutto tra la fase della prevenzione e quella della cura.
In sostanza, vorrebbero più interazione con i professionisti, dai medici di famiglia agli specialisti, convinti che le buone pratiche digitali possano in futuro trasformare il sistema sanitario in una sorta di virtuoso «welfare di community». A sorpresa, non sono solo gli iper connessi millennials a farsi portavoce di una gestione proattiva della salute, anzi: gli over 55 hanno grandi aspettative sulla connected care, soprattutto per quanto riguarda le fasi di prevenzione e cura.
L’innovazione avanza e in alcuni settori è rapida, per esempio se guardiamo ai sistemi di personal tracking e alle app del comparto wellness, che invitano a fare prevenzione quasi senza che ce ne accorgiamo, dal contapassi al conta calorie. In altri (per adesso) è meno impattante, pensiamo alla telemedicina e alla tecno-assistenza. «Il nostro compito e obiettivo, in Philips, è quello di motivare le persone a prendersi carico del proprio stato di salute partendo da uno stile di vita sano, passando per la prevenzione fino alla eventuale fase di diagnosi, cura e convalescenza, per poi ricominciare dalla prevenzione — spiega Stefano Folli, presidente e amministratore delegato di Philips Italia, Israele e Grecia — in un ciclo virtuoso della salute denominato Health continuum. Il nostro impegno è quello di offrire non solo apparecchiature mediche ma anche prodotti e programmi connessi personalizzati in diversi settori come ad esempio l’igiene orale, la cura del sonno e la salute del cuore, che permettano al consumatore di prendersi cura ogni giorno della propria salute».
L’azienda è leader nel settore dell’healthcare, con un giro d’affari di quasi 11 miliardi di euro nel 2015 e oltre 40 mila persone che lavorano sull’innovazione in cento Paesi. continua a leggere