L’Istituto per la competitività ha fatto il punto sullo stato dell’arte dell’eHealth nell’Unione Europea. Il nostro paese è ancora molto indietro nell’adozione di soluzioni e applicazioni digitali in ambito sanitario
Marco Arcidiacono su Medicina Digitale
La digital health può garantire diversi vantaggi, contribuendo ad aumentare l’efficienza dei sistemi sanitari e al contempo a ridurre i costi, con riflessi positivi sulla qualità dell’assistenza ai pazienti. Eppure, nonostante questi benefici, l’Italia dimostra di essere molto indietro rispetto alla maggior parte degli altri paesi dell’Unione Europea nell’adozione di soluzioni e applicazioni digitali in ambito sanitario. A rivelarlo è il rapporto “La rivoluzione dell’Internet delle cose e del 5G: industria 4.0, efficienza energetica e eHealth”, realizzato dall’Istituto per la competitività (I-com).
Secondo il report, almeno per quanto riguarda il livello di adozione dell’ eHealth nell’UE, l’Italia si piazza in diciottesima posizione, alla pari con la Lituania. Un risultato che, secondo I-com, è dovuto soprattutto al ritardo con cui è stato sottoscritto il “Patto per la Sanità Digitale” (previsto dal “Patto per la salute 2014-2016”), che alla fine è stato approvato in Conferenza Stato-Regioni solo a luglio di quest’anno. Per stilare questa classifica, è stato elaborato un indice che ha tenuto in considerazione i quattro indicatori chiave selezionati dalla Commissione Europea: la ricerca online di informazioni sulla salute; la prenotazione di visite mediche attraverso Internet; medici generici che inviano elettronicamente prescrizioni ai farmacisti; e medici generici che usano il web per condividere i dati sanitari dei pazienti con altri operatori e professionisti del settore. continua a leggere