Il senso dell’innovazione nell’accesso ai servizi sanitari (almeno quelli tramite prescrizione medica) è di ridurre a zero il tempo che trascorre fra il momento della prescrizione e quello della prenotazione, evitando, quindi, il continuo peregrinare del paziente fra sportelli con file interminabili o di lunghe attese al telefono prima che un operatore del call-center risponda
Articolo di Lorenzo Sornaga su Agenda Digitale
Quando parliamo di “accesso” è evidente a tutti che questo in sanità può avvenire in due specifiche e distinte modalità. C’è l’accesso in emergenza (es. Pronto Soccorso) o comunque non programmato e c’è poi l’accesso programmato (es. esame di laboratorio o strumentale, visita o ricovero preventivato), quello cioè che avviene prevalentemente, se non esclusivamente, tramite la ricetta. Infine c’è ’anche l’accesso mediante ricetta ai farmaci, ai presidi, etc. etc.
Nel primo caso il processo di evoluzione è ovviamente più orientato ad una diagnosi veloce, ad un intervento tempestivo e quindi maggiormente rivolto all’ottimizzazione dei processi di valutazione clinica.
Nel secondo caso, invece, l’aspetto da affrontare è prevalentemente quello organizzativo, volto a ridurre i “disagi” al cittadino, assottigliando al minimo il numero di interazione fra cittadino e struttura, rispettando i tempi di attesa e consentendo a tutti gli attori di avere in maniera tempestiva le informazioni, per proseguire, quando necessario, il percorso di accertamento/cura del paziente.
La natura dell’accesso ai servizi sanitari a mio avviso ha un prima e un dopo. Questo primo e questo dopo hanno come linea di demarcazione la ricetta dematerializzata. continua a leggere