Le parole chiave dell’innovazione digitale nella salute: appropriatezza e misurazione

No Comments 2048 Views0


Articolo di Cristina Cenci su Nòva – Il Sole 24 Ore

Più di molti convegni o forum, la premiazione del Digital Health Program, promosso in Italia da Gilead Sciences, è stata un’occasione per far emergere alcuni punti chiave dell’innovazione digitale nella salute. Questo per le caratteristiche specifiche del premio che valorizzano due aspetti fondamentali:

1. La focalizzazione su progetti che mirano innanzitutto al miglioramento dell’assistenza terapeutica e della qualità della vita delle persone con malattie infettive e oncoematologiche, attraverso strumenti realizzabili ed effettivamente integrabili nel percorso diagnostico-terapeutico e nella struttura organizzativa. Non si richiede solo una fattibilità operativa ma anche l’appropriatezza della soluzione digitale, dal punto di vista di chi deve utilizzarla.

2. L’attenzione alla misurazione di efficacia. L’innovazione digitale bottom up può essere una grande risorsa per organizzazioni sanitarie che sono spesso intrappolate in un’inerzia autoconsolatoria. Nello stesso tempo però il rischio è il moltiplicarsi di app, piattaforme, strumenti di cui sfugge poi la reale utilità e che diventano un rituale dell’innovazione fine a se stesso. Ogni dipartimento, reparto, direzione ha la sua app per l’aderenza, la sua app per l’informazione, la sua app per la condivisione dei dati. Ma tutto questo come cambia la qualità della vita e della cura e la sua sostenibilità?

Nell’edizione 2017 del premio, la misurazione di efficacia è stata richiesta come parte integrante del progetto e come un elemento chiave di valutazione da parte della commissione. Come ricorda Eugenio Santoro, dell’Istituto Mario Negri, membro della giuria: “La disponibilità delle tecnologie, infatti, non rende immediata la loro applicazione in ambito medico-sanitario, né significa che siano davvero utili e efficaci in tale ambito. Per questo il Bando richiede che i risultati possano essere misurabili e misurati. Va presa in considerazione infatti solo la tecnologia che può fare davvero la differenza nella gestione della salute, scartando quella priva di efficacia”.

Tra i progetti premiati, c’è anche DOC@HOME, promosso da Adriana Ammassaridell’INMI “Lazzaro Spallanzani” di Roma, in collaborazione con la mia start-up DNM – Digital Narrative Medicine e ASE – Archivio Sanitario Elettronico. L’obiettivo è l’uso della televisita nel monitoraggio della persona con infezione da HIV, attraverso uno modello di telemedicina narrativa. Telemedicina, teleassistenza e archiviazione elettronica dei dati clinici non rimandano necessariamente ad una relazione di cura più spersonalizzata, distanziante e asettica. Al contrario, se si valorizza un setting che facilita il racconto del paziente e l’identificazione delle sue esigenze, l’interazione virtuale può, forse, facilitare la relazione e l’ascolto, ancor più di quella faccia a faccia. Questo è quello che lo studio pilota cercherà di applicare e misurare. Fedele allo spirito del bando, tornerò sul tema quindi solo quando avremo i dati.

Durante la premiazione è stato possibile fare anche il punto sullo stato di avanzamento di alcuni progetti premiati nel 2016. Le esperienze di EmatoClick e di Doctor-Apollo sono tra le più interessanti.

EmatoClick è un esempio di “rinascimento collaborativo” nella salute. Nasce infatti dalla collaborazione tra il mondo associativo, l’AIL Cosenza FAS, un’unità ospedaliera, l’Unità Ospedaliera Complessa di Ematologia dell’Azienda Ospedaliera dell’Annunziata di Cosenza e il CNR di Reggio Calabria. E’ un’applicazione per dispositivi mobili che consente un accesso immediato alla cartella clinica e al piano terapeutico, conserva lo storico di visite e referti, offre informazioni sullo stile di vita e informa sui servizi di AIL. Si potrebbe pensare che sia un’app come potrebbero essercene molte altre. La specificità di questa sta nella metodologia che ha guidato lo sviluppo. L’app è pensata per pazienti che si avviano verso la chemioterapia ed è stata progettata a partire dalle loro esigenze, rilevate sia con un questionario che con focus group nel corso del Day Hospital. Coinvolge 72 nuovi pazienti tra i 18 e gli 80 anni e prevede la creazione di due coorti di cui solo una una riceverà l’app. Sarà quindi poi possibile misurare le differenze non solo come soddisfazione rispetto al percorso, ma anche in relazione alla compliance e alla qualità della vita.

Doctor-Apollo introduce invece la chat-bot nella pratica clinica della persona con HIV+ ed è stato ideato da Miriam Lichtner del Dipartimento di Sanità Pubblica e malattie infettive dell’Università di Roma La Sapienza, in collaborazione con la start-up Snap Back. Il punto di partenza che guida il progetto è il bisogno identitario di normalità della persona, che vuole ridurre al minimo l’impronta della malattia sulla vita quotidiana e le relazioni sociali. Per questo Doctor-Apollo non si presenta come una qualsiasi app sullo smartphone ma vive su Telegram, dialogando con il paziente e fornendo un servizio automatico di gestione degli appuntamenti clinici, un reminder sui farmaci, un feedback sulle analisi e anche su alcune norme di prevenzione. Doctor-Apollo ci insegna che chi sviluppa e introduce strumenti digitali non può prescindere dall’interrogarsi sull’impatto della malattia sull’identità e sulle relazioni. Il rischio è che soluzioni utili dal punto di vista del servizio, diventino un problema per il vissuto e i bisogni di normalità del paziente: una sorta di memoria non richiesta della malattia. Il team che ha lavorato con Miriam Lichter ha come prima cosa individuato i bisogni e le criticità, sia per le persone che per gli operatori. Da qui è nata la scelta di Telegram, più rispettoso della privacy e meno invasivo. Per le sue caratteristiche di anonimato da un lato e di minore diffusione dall’altro, è più adatto a offrire un luogo separato di gestione della malattia, a differenza di WhatsApp o Messenger che sono il luogo delle relazioni e delle interazioni quotidiane. Un apparente punto di debolezza, lo scarso utilizzo, diventa in questo contesto un punto di forza.

Niente può essere dato per scontato quando si lavora sul confine tra normale e patologico, malattia e identità, vita e cura. La fattibilità di uno strumento digitale non deve essere studiata solo dal punto di vista della facilità tecnologica o della sostenibilità economica, deve, al contrario, partire dalla capacità di rispondere a un bisogno di salute, più che di malattia. La fattibilità va coniugata con l’appropriatezza, una parola forse ancora troppo poco utilizzata nella digital health.

Elliott, The Dallas fresh, Found the going tough until late in to fourth quarter. Well later, The NFL leading rusher with the non-stop churning legs buried Pittsburgh. His first landing, A 14 yard dash down the best sideline, This Cowboys up 29 24 Kwon Alexander jersey. Patriots coach Bill Belichick said all three players would be assessed, But chiefly referred to Mayo injury as little bittersweet. Brady is two 300 yard passing games shy of complementing Brett Favre total. It has also been Brady 16th career game with four or more touchdowns and no interceptions. Provide much more competitive than it was out there, Belichick thought. Give to them credit, They did a bit more than we did tonight. We got to do a more satisfactory job, But I not implementing anything away from them reggie nelson jersey. A sixth year NFC snug end, Granted anonymity in order to speak freely regarding the subject, Said that short arming passes or seeking safe haven out of bounds to reduce contact happens the time and someone says they lying. Vikings attacking lineman Jeremiah Sirles calls it smart football. The person in Year 8 or 9, And you running down the part time, But(Seattle Seahawks cover) Kam Chancellor racing at you, What those extra 2 yards investing in a just stepping out of bounds and avoiding a huge collision? Sirles stated.I explain to you this I a black man, As well as, You are sure that, Colin Kaepernick, He not schokohrrutige, Okay? Harrison understood. Cannot determine what I face and what other young black men and black people face or people of color face on an every single[day] Agreement rashad jennings jersey. Birth sister is white, And he was applied and raised by white parents.. I felt it would definitely be a public safety issue we would cancel it, But at this moment I think we be fine for tomorrow custom chiefs jersey. You about to attend the parade, Mayor Walsh said to leave early and have plenty of travel time. Law enforcement will be enforcing this rule devante parker jersey..