C’è un concetto sempre più presente e attuale nella nostra era digitale, quello di “Onlife” che mette insieme la condizione digitale universale dell’essere costantemente online con il concetto stesso di vita. L’intervista al filosofo Luciano Floridi realizzata dalla trasmissione Millevoci della Radiotelevisione svizzera.
Articolo su RSI.ch
C’è un concetto sempre più presente e attuale nella nostra era digitale, quello di “Onlife” che mette insieme la condizione digitale universale dell’essere costantemente online con il concetto stesso di vita (“life” appunto).
Vale a dire che viene sempre meno la distinzione tra ciò che siamo materialmente come esseri umani in società e ciò che ci rappresenta nella nostra identità digitale (sia attiva che passiva).
Il recente incontro a inizio ottobre a Milano promosso dal quotidiano La Repubblica dal titolo “Onlife: il futuro visto da vicino” è stata l’occasione per riflettere sulla comunicazione digitale dentro cui siamo immersi e rispondere ai dubbi su come sarà il nostro futuro di essere umani “onlife” secondo l’espressione coniata da Luciano Floridi, professore di Filosofia e Etica digitale e dell’Informazione all’Università di Oxford.
Le preoccupazioni e le grida di allarme di chi vede nelle grandi piattaforme sociali digitali luoghi dove impera o rischia di prevalere l’abuso, la mistificazione, la falsità (fake…) o ancor di più il “discorso d’odio” solleva una serie di domande e riflessioni su dove ci sta portando la propagazione digitale delle nostre relazioni, delle nostre percezioni della realtà e, in definitiva, delle nostre vite.