In uno studio pubblicato su Nature, ricercatori di Google Health e di università inglesi e americane hanno evidenziato una maggiore accuratezza nella valutazione delle mammografie. L’applicazione dell’AI alla diagnostica è di grandissima utilità. Adesso però bisogna valutare i risultati anche da un punto di vista clinico.
Articolo di Ruggiero Corcella su Corriere della Sera
Può l’Intelligenza artificiale migliorare l’accuratezza dello screening mammografico? È la domanda, più che legittima, alla quale le varie applicazioni degli strumenti tecnologici più avanzati nel campo dell’eHealth cerca di dare una risposta. Nel caso di questo nuovo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, la risposta sembrerebbe positiva. Gli esperti di Google Health, l’unità DeepMind di Alphabet e alcune università del Regno Unito e degli Stati Uniti hanno dimostrato che il modello di Ia ha ridotto in maniera sensibile sia i cosiddetti falsi positivi, – in cui alle pazienti viene erroneamente detto che hanno il cancro – sia i falsi negativi, in cui invece la malattia è presente ma non diagnosticata. «Il lavoro scientifico è molto interessante — commenta il dottor Enrico Cassano, direttore della Divisione di Radiologia senologica all’Istituto europeo di oncologia di Milano — perché approfondisce una tematica, quella dell’Intelligenza artificiale applicata alla diagnostica, diventata di grandissima utilità. Adesso però bisogna valutare i risultati ottenuti anche da un punto di vista clinico».