Cosa accadrebbe se cadessi in un buco nero? Verresti ridotto in polvere? Schiacciato e ridotto in un puntino? Allungato fino ad acquisire la forma di uno spaghetto? Oppure, sbucheresti dall’altra parte del buco nero in un mondo nuovo, chissà, in un nuovo Universo?
Sono alcune delle domande affrontate nello speech del Dr.James Beacham, avvenuto in occasione della Notte Europea dei Ricercatori.
Il Dr. James Beacham, fisico delle particelle al Large Hadron Collider del CERN, ha esplorato cosa succede quando il tessuto della realtà – fisica o sociale – si contorce al di là del riconoscimento, e si è domandato quale significato possa avere ora e in futuro.
L’evento, promosso da Fondazione IBSA in partnership con il MUSE – Museo delle Scienze di Trento, è stato moderato da Elisabetta Curzel, giornalista scientifica, ed è andato in scena lo scorso 27 novembre in diretta streaming sul canale Youtube del MUSE.
Un dialogo interessante e coinvolgente in cerca di quelle che sono le risposte alle domande più grandi che da sempre ci poniamo sulla natura dell’universo, del cosmo, e quindi sulla natura umana.
I buchi neri sono una “non materia” affascinante. Alcuni pensano che essi siano dei ponti verso altre dimensioni dello spazio-tempo; altri invece che siano delle vie di accesso ad altri universi.
Il Dr.James Beacham in conclusione propone un parallelismo tra i buchi neri e i buchi neri sociali, che si aprono in particolare durante i momenti di crisi, come quello che stiamo oggigiorno vivendo a causa della pandemia.
La scienza e la fisica possono essere alcuni degli strumenti per studiare e pensare in maniera critica le condizioni che hanno portato alla crisi, e ripensare l’intero sistema organizzativo, economico e sociale, in sintesi ripensare l’intero concetto di “normalità” e di collaborazione sociale.
Per rivedere l’intero evento e l’intervento del Dr.James Beacham clicca qui.