Luglio 2019, in occasione del lancio della seconda edizione del premio Patients’ Digital Health Awards, chiediamo alle 43 associazioni di pazienti della giuria di coinvolgere gli associati per valutare l’importanza delle tecnologie digitali. Ci rispondono in 925 tra i 18 e i 75 anni e non hanno esitazioni: le tecnologie migliorano la vita delle persone e la propria vita quotidiana (solo il 2% dichiara “per niente” ). Nessuno in quel momento poteva immaginare che, in pochi mesi, le tecnologie digitali sarebbero diventate una componente fondamentale per lavorare, frequentare amici, studiare, curarsi.
A distanza di quasi tre anni, ci avviciniamo alla fine dello stato di emergenza e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attribuisce alle nuove tecnologie un ruolo chiave nella società post pandemia, in particolare nella salute.
Nel processo attuativo, rischia però di prevalere una visione puramente infrastrutturale. C’è invece la possibilità di valorizzare il cambiamento per costruire nuovi paradigmi di cura. Le potenzialità sono state sintetizzate nel lavoro del 2020 della giura del PDHA, con la pubblicazione della guida Patients’ Advice for a H.U.M.A.N Digital Health. La guida delinea come progettare e misurare servizi che corrispondano alle esigenze delle persone e non di una malattia.
La quarta edizione del PDHA, lanciata dalla Digital Health Academy in collaborazione con la Fondazione MSD, vede in giuria 42 associazioni di pazienti ed esperti dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’università (Domenica Taruscio, Direttore del Centro Nazionale Malattie Rare, ISS; Teresa Petrangolini, Direttore del Patient Advocacy Lab, Guendalina Graffigna, Direttore EngageMinds HUB). L’obiettivo del 2022 è avviare un vero e proprio viaggio in Italia, per far emergere soluzioni che possano corrispondere ad una visione non puramente tecnologica dell’innovazione digitale. Nel bando del PDHA22, infatti, costituisce un titolo preferenziale l’aderenza delle soluzioni tecnologiche alle indicazioni del PNRR più capaci di delineare una visione nuova. In particolare: la centralità della casa come primo luogo di cura, l’attenzione ai giovani; la focalizzazione sull’inclusione (professionale, sociale, nella ricerca).
E’ fondamentale che i pazienti in questi anni abbiano un ruolo di primo piano nel monitorare le modalità con cui il PNRR viene implementato. Il viaggio nell’Italia digitale può rappresentare la prima tappa di questo monitoraggio, con l’ambizione di far emergere best practice che possano essere un modello.
In questo viaggio ci accompagna DigitalMente, una scultura digitale in 3D realizzata dall’artista Francesca Fini, per il PDHA22. DigitalMente rende visibile la sintesi tra fattore umano e digitale che il Premio ha sempre cercato e valorizzato…
Continua a leggere l’articolo di Cristina Cenci su Digital Health – Nòva, ilSole24Ore