La medicina sta subendo importanti trasformazioni ad opera delle intelligenze artificiali. Ma questi sistemi sono validi? Hanno dei bias, pregiudizi? Queste sono in grado di aiutare o sostituire il medico o sono dei nuovi simulacri senza valore scientifico? Le domande – e le preoccupazioni anche legittime – sono tante. Qui un longread per cercare di impostare il problema e offrire delle domande per guidare la ricerca delle risposte.
Articolo di Paolo Benanti su paolobenanti.com
Per cercare di giustificare un titolo così provocatorio abbiamo avuto bisogno di uno spazio più lungo del solito. Il lettore che avrà la pazienza di arrivare fino in fondo al post troverà la risposta a una domanda così radicale. Intanto qui diamo un rapido schema del contributo.
In un primo momento racconteremo delle storie. Sono le storie di un’azienda, la iMerit, e di alcuni suoi dipendenti, che stanno “scrivendo” i progressi della medicina basata sull’AI. Tutto questo è nella sezione AI e medicina.
Presentata questa realtà, faremo un salto in dietro nel tempo, alla Seconda Guerra Mondiale, dove seguiremo la celebre storia di un matematico che apparteneva a un gruppo speciale di ricercatori dell’esercito USA, Abraham Wald, quello che lui ha fatto durante il conflitto mondiale è una sorta di paradigma per comprendere la criticità del modello presente. Tutto questo è nella sezione Una storia da conoscere, ovvero un interludio di metodo.
Infine nella terza sezione renderemo ragione della nostra tesi presentando le domande di senso sullo state attuale dell’innovazione in medicina e su come si può cercare di poter ottenere forme di sviluppo etico con i nuovi strumenti delle AI. In questa sezione potremmo rispondere alla cocente domanda: “AI e medicina: tutto da rifare?”. Tutto questo si trova nella sezione Medicina e AI.
Fatte le dovute premesse, lasciamoci interrogare. Continua a leggere