Dimostrata l’efficacia e individuati gli strumenti terapeutici della CBT (Cognitive Behavioral Therapy) somministrata via Internet in uno studio di grande interesse condotto da ricercatori di Cambridge e pubblicato recentemente da Jama Psichiatry.
Articolo di Giampaolo Collecchia su Digital Health Italia
Il trattamento delle varie forme di ansia e depressione è routine quotidiana per decine di migliaia di psicoterapeuti di vari indirizzi, che da decenni continuano a contendersi il primato di qualità, efficacia e persistenza nel tempo delle proprie psicoterapie.
Mentre le varie scuole dibattono senza trovare una base d’accordo, ricercatori pragmatici forniscono nuovi importanti dati che dovrebbero far riflettere anzitutto gli stessi psicoterapeuti.
Oggi presentiamo uno studio di grande interesse pubblicato recentemente da Jama Psichiatry.
Una premessa importante, per comprendere le potenzialità ed i limiti dello studio, è che esso ha preso in esame la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), che è attualmente l’indirizzo terapeutico più diffuso negli USA e nel Nord Europa, in quanto si presta, più di altri indirizzi, a studi di verifica che utilizzano le metodologie adottate dalla larga parte degli studi clinici.
Nei paesi del Sud Europa e del Sud America, invece, sono ancora molto diffuse scuole ad indirizzo psicodinamico (riconducibili a Freud e ai suoi successori) che, tuttavia, per i loro principi teorici e per il tipo di pratiche adottate, mal si prestano ad indagini categoriali e, quindi, a valutazioni sui processi e sui risultati.
Lo studio che presentiamo è stato effettuato da ricercatori di Cambridge e si è potuto realizzare grazie al fatto che il National Health Service inglese, da vari anni, ha approvato e finanziato protocolli di psicoterapia somministrati via Internet da terapisti esperti per ansia e depressione.
I ricercatori hanno potuto, quindi, attingere ad una enorme quantità di materiale che il servizio sanitario inglese aveva registrato in server protetti.