Un’innovativa applicazione, attraverso uno smartphone, consente di catturare immagini da un microscopio da laboratorio e di analizzarle utilizzando un algoritmo di deep learning per identificare, contare e classificare le cellule della tubercolosi
Dottor Google, spesso citato con sospetto dai medici, può essere un alleato prezioso per chi voglia fare informazione in ambito sanitario. Cosa cercano i pazienti? Ecco come le realtà sanitarie possono intercettare queste ricerche per offrire informazioni corrette e far conoscere i servizi che offrono.
Osservare le malattie e generare fenotipi digitali attraverso le interazioni che le persone hanno con i loro smarthphone e profili social. Potrebbero essere questi alcuni risultati della rivoluzione digitale in psichiatria. Non mancano però interrogativi etici che questi approcci pongono.
L’intelligenza artificiale in sanità può contribuire ad accelerare la ricerca, migliorare la diagnosi di malattie e rendere più efficienti i processi di assistenza e cura, ma non può sostituirsi al medico. A guidarla serve un’etica dell’algoritmo sviluppata dall’uomo. Lo affermano gli esperti del settore riuniti a Roma.
Il racconto di Emanuele Urbani, medico di medicina generale appassionato di innovazione e tecnologia, che ha partecipato il mese scorso all’edizione 2019 di Frontiers Health a Berlino, il principale evento mondiale sulla Digital Health.
Dimostrata l’efficacia e individuati gli strumenti terapeutici della CBT (Cognitive Behavioral Therapy) somministrata via Internet in uno studio di grande interesse condotto da ricercatori di Cambridge e pubblicato recentemente da Jama Psichiatry.
La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS in collaborazione con la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore promuove un importante convegno per riflettere sull’applicazione dell’intelligenza artificiale all’ambito medico, ai suoi possibili vantaggi e agli altrettanti lati problematici emersi dalle più recenti ricerche scientifiche.
La medicina sta subendo importanti trasformazioni ad opera delle intelligenze artificiali. Ma questi sistemi sono validi? Hanno dei bias, pregiudizi? Queste sono in grado di aiutare o sostituire il medico o sono dei nuovi simulacri senza valore scientifico? Le domande – e le preoccupazioni anche legittime – sono tante. Qui un longread per cercare di impostare il problema e offrire delle domande per guidare la ricerca delle risposte.
La strada verso una Sanità digitale è segnata. La comunicazione medico-paziente si basa sempre più sull’adozione di piattaforme di instant messaging, ma tranne alcune best practice locali manca ancora un sistema all’altezza delle richieste del GDPR. Soluzioni alternative in campo e strategie da perseguire.
Possibilità di prescivere app salute certificate, uso più esteso di teleleconsulto, comunicazione medico-paziente mediata dalle tecnologie, FSE per ciascun cittadino. Questi alcuni punti delle nuove regole a sostegno dell’innovazione digitale approvate il 7 novembre dal Parlamento tedesco. Tutto inizierà a concretizzarsi a breve, già a partire dal 2020.