Comunicare i vaccini: lo sliding doors nei due mondi di Gemma

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Walter Ricciardi (ISS) sul sito presentato a Roma: “Narrazione e storytelling sono una chiave vincente anche nella comunicazione scientifica”. Tutti gli interventi dei partecipanti all’evento “Valore in Prevenzione”

 

Uno “sliding doors” in due mondi possibili: quello di chi vaccina e quello di chi non lo fa. È questo il contesto narrativo della storia di Gemma, la bambina appena “nata” e raccontata nel nuovo sito web www.gemmaeivaccini.it. Il progetto di storytelling digitale, presentato lo scorso 7 giugno presso la Sala Stampa Estera, ci conduce in due mondi paralleli e, attraverso il microcosmo della vita di una bambina, una vita comune, ci fa vedere cosa accadrebbe alla piccola Gemma se crescesse in un mondo in cui tutti si vaccinano e, per differenza, cosa potrebbe accaderle in una realtà in cui tutti smettessero progressivamente di vaccinarsi.

Perché questa scelta? Per capire l’impatto della mancata vaccinazione sulle vite di ognuno di noi, per raccontare in maniera inedita un tema difficile e tanto dibattuto nel nostro Paese, per innescare la leva dell’identificazione con i personaggi. E, soprattutto, per parlare di scienza in modo nuovo: con l’aiuto delle emozioni e dell’empatia.

Il progetto Gemma e i Vaccini, infatti, è basato su dati scientifici (riscontrabili in alcune infografiche scaricabili dal sito) e si origina all’interno di “Valore in Prevenzione – un Programma a supporto delle decisioni informate in ambito di programmazione, organizzazione, gestione e comunicazione delle politiche vaccinali in Italia“, realizzato da Fondazione Smith Kline, con VIHTALI, spin off dell’Università Cattolica, CERGAS SDA Bocconi e Center for Digital Health Humanities (Leggi l’articolo sul Sole24Ore con il contributo a firma degli autori del Rapporto, “Valore in Prevenzione: ecco come gestire e comunicare le politiche vaccinali in Italia”).

La realizzazione del sito web è stata preceduta da una fase di desk research: “Siamo partiti da un punto di partenza inedito”, spiega Cristina Cenci, Direttrice del Center for Digital Health Humanities.   “Abbiamo cercato di capire e comprendere i nodi emotivi che portano i genitori alla scelta di non vaccinare i propri figli. Abbiamo ascoltato queste voci, analizzato quantitativamente e qualitativamente le conversazioni in Rete, per arrivare a strutturare un progetto di comunicazione sui vaccini che ancora mancava e offrire una chiave di lettura di natura emotiva, supportata tuttavia dalla solidità dei dati scientifici”.

Come ha sottolineato ieri nel corso dell’evento Cenci, in Italia sempre di più si diventa genitori in una fase avanzata del proprio percorso di vita (31,8 anni l’età media delle donne, 35 per gli uomini) e prevale il figlio unico, su cui si concentrano ansie e paure. “Quando nasce un bambino il vaccino è il primo momento in cui i genitori si trovano a negoziare con la collettività le scelte sul proprio figlio, con molta incertezza e fragilità. Con Gemma e i Vaccini vogliamo dare rassicurazione emotiva, senza concentrarci su quanto sia sbagliato non vaccinare, ma mostrando quanto sia importante farlo”.

Tracciando le conclusioni dei lavori, a chiusura dell’evento, Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, complimentandosi con tutto il team di lavoro del progetto Valore in Prevenzione, ha evidenziato come “a volte il mondo scientifico è restio a all’empatia per paura di banalizzare la scienza. E invece questo progetto dimostra che narrazione e storytelling sono una chiave vincente nella comunicazione sui vaccini”. I dialoghi raccontati nel sito, ha spiegato, “sono le stesse discussioni che avvengono nelle nostre case, quando i genitori si trovano a compiere delle scelte sulle vaccinazioni. In tutte le case, anche in quelle di colleghi medici”.

Ricciardi, infine, si è detto soddisfatto per i “passi epocali che l’Italia ha compiuto negli ultimi 4 anni sulle vaccinazioni. La Romania non è riuscita a fare altrettanto, la Francia ci sta seguendo, altri Paesi stanno studiando la nostra legge sulle vaccinazioni. Possiamo ritenerci soddisfatti e guardare al futuro con ottimismo”.

L’evento di presentazione del Rapporto Valore in Prevenzione è stato aperto da Giuseppe Recchia, vice presidente della Fondazione Smith Kline che al suo interno è rappresentata, tra gli altri, da 3 Ministeri e dall’Istituto Superiore di Sanità; Recchia ha ricordato che quest’anno la Fondazione compie 40 anni di vita e svolge attività di ricerca su prevenzione e politiche sociali e sanitarie.

Carlo Favaretti, VIHTALI, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha elencato le principali conclusioni e raccomandazioni del Rapporto “Valore in Prevenzione” sulle politiche vaccinali in Italia, tra cui: un framework di valutazione nazionale delle nuove offerte vaccinali, la formazione di una leadership con nuove skill e competenze, lo sviluppo dell’innovazione digitale per il supporto all’informatizzazione dell’anagrafe vaccinale. (Il Rapporto completo è stato pubblicato sulla rivista delle Fondazione, “Tendenze Nuove”).

Andrea Silenzi, VIHTALI, si è focalizzato nel suo intervento sull’area del Rapporto dedicata alla organizzazione e gestione delle reti e dei servizi per le politiche vaccinali, mappando le buone pratiche esistenti a livello nazionale. “Siamo partiti chiedendoci come rendere trasferibili su tutto il territorio nazionale le progettualità di grande qualità messe in campo da parte di alcune regioni italiane per promuovere le vaccinazioni prima e durante la fase di implementazione del PNPV. C’è molto di buono in atto, si tratta di esserne consapevoli e di favorire l’espansione geografica delle buone pratiche”.

Claudio Jommi ha sintetizzato le attività svolte sull’area della prioritarizzazione e programmazione dal gruppo di lavoro di CERGAS SDA Bocconi, in particolare su tre ambiti specifici: framework di valutazione delle nuove offerte vaccinali; valutazione dell’applicabilità ai vaccini di accordi di rimborso condizionato di tipo finanziario o basati sull’esito; effetti del nuovo Codice degli Appalti sulle politiche di acquisto dei vaccini. “È chiaro che il progetto si è focalizzato sull’implementazione del nuovo Piano di Prevenzione Vaccinale, ma l’innovazione non si ferma ed è importante definire un framework più strutturato per il futuro, che tenga conto delle peculiarità dei vaccini; così come è stato importante capire quanto e come il nuovo Codice degli Appalti sta influenzando ed influenzerò la definizione delle gare quando esistono più soluzioni per lo stesso target

Una intera sessione dell’evento, aperta con il lancio del sito www.gemmaeivaccini.it e la performance degli attori degli attori Lucia Fiocco e Camillo M. Ciorciaro, è stata dedicata al tema della comunicazione, con la moderazione di Carla Collicelli del CNR: “È la prima volta che in un convegno scientifico vedo un pezzo di teatro, ed è un segnale bellissimo”.

Lorenza Ferrara (Regione Piemonte) ha raccontato una best practice in ambito regionale: “Abbiamo raccolto tutti i dubbi e le richieste che ci provenivano più frequentemente dagli utenti e ne abbiamo fatto un utile opuscolo per la collettività”.

Maria Grazia Pascucci (Regione Emilia Romagna) ha spiegato che nella sua Regione è stata implementata l’anagrafe vaccinale informatizzata: “I medici di base possono vedere lo stato vaccinale dei loro assistiti, di tutte le età, mentre i genitori possono scaricare i certificati sulle vaccinazioni dei bimbi, necessari per le scuole”.

Michele Conversano (ASL Taranto) ha spiegato che il modello implementato in Puglia è stato adottato anche dalla Calabria. “Tra le azioni, abbiamo fornito le mamme di una App per le prenotazioni, consentendo di indicare gli orari di preferenza per vaccinare i figli; è emerso che gli orari privilegiati sono quelli dell’uscita di scuola dei bimbi e non quelli del mattino presto”.

Sabrina Nardi (Cittadinanzattiva) ha spiegato come, in fase di implementazione del PNPV e dell’introduzione dell’obbligo vaccinale, l’Associazione abbia “raccolto le segnalazioni che ci arrivavano dai cittadini i quali spesso lamentavano disservizi e criticità, feedback fondamentali di cui bisogna tenere conto”.

Una sessione dell’evento, infine, è stata partecipata da rappresentanti di Istituzioni e Federazioni sanitarie.

Per Fausto Francia (SITI) “lo storytelling applicato alla scienza che abbiamo visto oggi è uno degli strumenti nella cassettina degli attrezzi della comunicazione sui vaccini; noi come società scientifica siamo disponibili a diffonderlo”.

Per Alberto Villani (SIP) “serve una alleanza virtuosa di sistema nella sua globalità. La salute pubblica è un tema così importante che la sola bravura comunicativa del medico non può bastare”.

Giovanni Rezza (Istituto Superiore di Sanità) ha aggiunto: “La comunicazione istituzionale è fondamentale. Lo Stato quando introduce l’elemento di obbligatorietà delle vaccinazioni sceglie per conto dei genitori e li solleva da una dose di responsabilità, assumendola su di sé”.

Anche Giovanni Vitali Rosati (SIM) ha mostrato entusiasmo per l’approccio alla comunicazione avviato dal team di lavoro di Valore in Prevenzione, sottolineandone l’imprescindibilità nella relazione efficace con i cittadini e i pazienti.

Per Elisabetta Alti (FIMMG), infine, “i medici devono essere pronti alla comunicazione con più target diversi, dai laureati agli immigrati che parlano poco l’italiano. E la paura, nella comunicazione sui vaccini, è un elemento indispensabile per ricordare le conseguenze di malattie ormai scomparse dalla memoria collettiva”.

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