Israele è il Paese più avanzato al mondo nel campo della sanità digitale e “sforna” ogni anno 80 startup. L’industria israeliana della salute digitale ha le sue radici in una lunga storia di utilizzo di tecnologie di comunicazione innovative per migliorare l’erogazione dell’assistenza sanitaria.
Articolo di Ruggiero Corcella su Corriere.it
L’immagine della scatola cranica si sgrana in dissolvenza. Attraverso un foro praticato nella parete temporale destra, mi affaccio e tutto intorno a me compare un reticolo di vasi sanguigni. Sono dentro un cervello. Anzi, dentro il cervello di un uomo con un tumore, un meningioma, alla base del cranio. Eccolo. Una montagnetta verde aggrappata ai vasi come una pianta infestante. Posso girarci attorno, toccarla. Una meraviglia, se non fosse che è letale. Come ho fatto? Grazie a un visore e ad un programma di realtà virtuale sviluppata da una delle 60 startup che partecipano alla quinta edizione di MEDinISRAEL Conference.
Una vocazione all’innovazione nata 30 anni fa Ce n’è davvero per tutti i gusti: dalle imprese innovative che sviluppano sistemi di comunicazione attraverso i movimenti degli occhi per pazienti con sindrome “locked in”(sono coscienti e svegli, ma non possono muoversi oppure comunicare a causa della completa paralisi di tutti i muscoli volontari del corpo), alla startup che utilizza l’analisi del microbiota per costruire una dieta alimentare su misura via app. Quella dispiegata nella hall dell’Avenue Convention Center di Tel Aviv è soltanto una piccola pattuglia delle startup israeliane nel campo delle bioscienze.