“Il braccio come un pezzo di ghiaccio. La lingua intrecciata. La testa in fiamme. Le gambe pesanti come macigni. La stanchezza che ti costringe a stare a letto. La vista appannata. Aghi che pungono dalla vita in giù. Spasmi in tutto il corpo. Un bruciore che parte dal piede e sale su. La memoria che a volte svanisce, facendo sentire la persona come un albero alla mercé del vento”. L’AI ha generato ritratti che possono essere considerati “illusioni percettive guidate”. La forza della metafora arriva allo spettatore in tutta la sua potenza semantica, perdendo qualsiasi legame con il “come se” a cui chi è estraneo al sintomo tende a ridurla. Le braccia sono di ghiaccio, gli aghi infilzano il corpo, le gambe bruciano, e così via. Le potenzialità delle digital health humanities emergono con grande evidenza nel bellissimo progetto PortrAIts dell’AISM-Associazione Sclerosi Multipla. AISM ha utilizzato una AI generativa per tradurre in immagini il racconto spesso metaforico dei sintomi invisibili della SM.
Leggi l’articolo di Cristina Cenci su Nòva – il Sole 24 Ore