Le tecnologie migliorano il percorso di cura e sono in grado di generare un impatto positivo sulla salute del paziente. A questo risultato l’umanità è giunta grazie al lavoro della ricerca. Ora spetta alle società e ai sistemi sanitari di integrare al meglio gli strumenti più innovativi. Alla conferenza internazionale Frontiers Health 2023, promossa a Roma da Healthware group (dall’8 al 10 novembre), più di 200 relatori provenienti o in collegamento da ogni parte del mondo hanno raccontato la propria esperienza nel settore. Per alcune aree del mondo, come il Nord America, l’introduzione della telemedicina e delle terapie digitali sono già codificate e regolamentate, per altre, il processo comincia ora. Nel panorama globale, l’Italia fa la sua parte, così come è stato illustrato durante l’Italian Summit, uno dei numerosi side events, organizzati in collaborazione con alcuni partner della conferenza.
Confronto internazionale
La manifestazione Frontiers Health dal 2016 è una delle principali conferenze internazionali dedicate ai temi della salute digitale e dell’healthcare innovation e dà modo di conoscere le più recenti novità tecnologiche a livello globale. L’edizione di quest’anno è stata caratterizzata dalla partecipazione di 1300 partecipanti, in presenza e da remoto. Ad aprire l’Italian Summit, è stato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha parlato di una rivoluzione culturale innescata dalle nuove tecnologie, da perseguire “con coraggio e con spirito di collaborazione, non solo in ambito nazionale ma almeno europeo”. Fra i temi focus dedicati al panorama italiano, anche il ruolo che avrà il medico del futuro. Nella sessione “Tech2doc: le competenze del medico del futuro e l’innovazione nella pratica clinica”, promossa da Fondazione Enpam con la partecipazione di diversi esponenti del mondo salute, è stato sottolineato come il medico sarà sempre più accompagnato dall’intelligenza artificiale, dalle tecnologie, ma anche dall’esperienza del paziente che sarà maggiormente coinvolto.
Portare l’innovazione su larga scala
In Italia sono stati fatti grandi passi avanti sul piano delle innovazioni in sanità. “Non ci manca la capacità progettuale, ma dal punto di vista dell’ecosistema possiamo fare di meglio e il mondo del venture capital dovrebbe investire di più nelle start up”, sostiene Roberto Ascione, ceo e fondatore di Healthware Group della Eversana Intouch, main partner dell’evento. “Inoltre – prosegue – sarebbe vitale creare una cinghia di trasmissione fra il funding pubblico e il funding dell’innovazione”. Guardando ai prossimi traguardi, Ascione immagina la necessità per le società di portare l’innovazione su larga scala: “abbiamo capito che molte cose sono possibili e forse la prossima frontiera sarà l’integrazione sistemica e l’accesso alle innovazioni”.
Prendere il buon esempio
Nello scenario europeo diversi Paesi, fra cui la Germania o la Francia, hanno stabilito criteri di valutazione specifici dei dispositivi medici digitali che consentono di avere le evidenze scientifiche. “L’Italia, rispetto ad altri Stati dell’Unione, è un po’ indietro ma ha l’opportunità di partire e di farlo in ottica visionaria, dato l’impegno e la maggiore consapevolezza che credo ci sia da parte delle istituzioni”, rileva la managing director per la Salute digitale e l’innovazione di Healthware Group e co-responsabile del vertice politico globale DM&DTx, Alberta Spreafico. In questo ambito, inoltre, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può offrire delle occasioni che l’Italia può cogliere: “Credo sia importante – aggiunge – il ruolo che viene dato ad Agenas per costruire una governance di valutazione dei dispositivi medici software”. Altra cosa fondamentale sarà la piattaforma di telemedicina nazionale che verrà attivata a dicembre: “Si tratta di una infrastruttura abilitante – spiega – che non va a sostituire i dispositivi software ma grazie a questa piattaforma la terapia digitale dovrà comunicare tramite sistemi di interoperabilità”.