Noi umani abbiamo creato un nuovo continente, quello digitale, nel quale la realtà esterna viene sostituita con un’altra realtà, “che va oltre il mondo dei nostri corpi, un mondo, appunto, che si trova ovunque e allo stesso tempo da nessuna parte” in cui i processi, come nell’inconscio descritto da Freud, non appaiono alterati dal trascorrere del tempo, sono estremamente mobili e variabili e il principio di non contraddizione è praticamente sospeso. Anche il digitale, come l’inconscio, non è una dimensione separata dalla veglia, qual è invece il sogno. Noi conduciamo una vita ibrida, che non distingue più tra online o offline.
In realtà abbiamo portato con noi sul nuovo continente digitale il nostro inconscio, che ha trovato in questa terra di confine onlife, tra sogno e realtà, fertile terreno di coltura. Sul digitale abbiamo riversato tutte le nostre proiezioni, così che da paradiso il digitale è divenuto un nuovo paradiso perduto, sul quale non abbiamo più il controllo. “Non solo [l’Io] non è padrone in casa propria”, come ci aveva dolorosamente rivelato Freud più di cento anni fa e come le neuroscienze oggi ci confermano, ma non lo è più nemmeno nel digitale, la sua creazione per antonomasia, che è andata incontro a una inconsapevole trasformazione.
L’obiettivo del seminario è discutere gli aspetti della trasformazione cui è stato assoggettato il digitale, analizzandolo da un punto di vista letterario, psicoanalitico, sociologico e spirituale per meglio comprendere quanto conscio ed inconscio influenzano il nostro rapporto con il digitale e viceversa e contribuire a delineare le caratteristiche di un digitale sostenibile, guardando all’etica della comunicazione come elemento determinante in questo percorso, che fa del giornalista un vero e proprio interprete dei modelli di cambiamento dell’io nell’era del digitale.
Info e prenotazioni: Sostenibilità Digitale