L’intelligenza artificiale in sanità può contribuire ad accelerare la ricerca, migliorare la diagnosi di malattie e rendere più efficienti i processi di assistenza e cura, ma non può sostituirsi al medico. A guidarla serve un’etica dell’algoritmo sviluppata dall’uomo. Lo affermano gli esperti del settore riuniti a Roma.
Articolo di Giovanna Pasqualin Traversa su AgenSIR
Molte le opportunità; altrettanti i rischi. L’intelligenza artificiale applicata in sanità può apportare indiscutibili benefici alla medicina e alla pratica clinica accelerando la ricerca, anticipando e migliorando la diagnosi di malattie e rendendo i processi di ricerca, cura e assistenza più veloci ed efficienti ma il suo impiego non è privo di ombre. Se ne è parlato oggi al Policlinico universitario A. Gemelli Irccs di Roma, nel corso dell’evento AI4Docs “Opportunità e rischi dell’intelligenza artificiale in medicina” promosso dalla Fondazione Gemelli in collaborazione con la Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Cattolica.