L’Oncologia e il Virus: Pareri ed Emozioni di Uomini e Donne Coinvolti nella Cura e Gestione del Cancro

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Primavera/Autunno 2020. Dal primo lockdown al ritorno della pandemia

«La nostra vita è molto cambiata dal 21 febbraio, giorno in cui è stato confermato il primo caso di paziente positivo al SARS-CoV-2 in Italia. Come oncologi, siamo abituati a confrontarci con la morte e con la sofferenza, ma la maggior parte di noi non aveva mai sperimentato uno stravolgimento così radicale della routine e del contatto col paziente» scrive il Dottor Domenico Corsi, Coordinatore Regionale AIOM Lazio , in prefazione alla recente pubblicazione ideata dalla Dott.ssa Alessandra Fabi, Segretario AIOM Lazioe a cura della sezione regionale AIOM Lazio.

“L’Oncologia e il Virus: Pareri ed Emozioni di Uomini e Donne Coinvolti nella Cura e Gestione del Cancro” è dedicato a tutte quelle persone che durante la pandemia hanno perso la vita: «Cosa ricorderemo di questi mesi di pandemia oltre alle nostre città deserte, ai posti di blocco, agli happening sui balconi, alle file composte per entrare nel supermercato, agli autocarri incolonnati con le bare di Bergamo, alle mani con l’odore di disinfettante e ai sorrisi nascosti dalle mascherine? Il Direttivo di AIOM Lazio ha pensato di dar voce a molte delle figure coinvolte nel percorso del paziente oncologico e al paziente oncologico, per lasciare una testimonianza specifica dei mesi della pandemia per quando tutto sarà finito».

Il volume, disponibile in formato PDF, si propone come una approfondita ed intensa intervista a medici, professori ed operatori sanitari, che hanno prestato servizio dal primo periodo della pandemia fino ad oggi. Un’intervista a più voci che pone al centro “IL VALORE DELLE PAROLE NELLA CURA: la medicina basata sulla narrazione”: le risposte, e in particolar modo le parole e gli stati d’animo raccontati, consentono di compiere un’analisi qualitativa e di cogliere i vissuti differenziati ma anche una serie di elementi da cui ripartire per migliorare i percorsi di cura. Le crisi diventano occasione per far emergere in modo netto le criticità dei sistemi e accelerare l’introduzione dei necessari correttivi.

Nel capitolo in chiusura “Le parole-chiave (The Word Cloud)”, l’antropologa Cristina Cenci compie un’analisi dei testi, da cui emergono una serie di aspetti significativi:
1) Le parole centrali delle word cloud differiscono non tanto in relazione alla prima o alla seconda fase, ma a seconda del ruolo nel percorso di cura.
2) Paziente, oncologo e infermiere vivono esperienze simili e le parole si rispecchiano nelle narrazioni incrociate. Alla percezione di abbandono e alle difficoltà dei pazienti corrisponde la consapevolezza dell’operatore dell’impatto emotivo e dell’ansia generati dalla situazione di distanziamento. Medici e infermieri colgono il vuoto emotivo ma anche di supporto pratico generato dall’assenza dei familiari, che ricorrono spesso nel racconto.
3) Virus e farmaci sono invece al centro delle narrazioni di epidemiologo, infettivologo e direttori medici. Il focus qui è tutto centrato sugli strumenti per contrastare l’epidemia. L’accostamento di questo lessico con l’esperienza quotidiana della cura mostra l’importanza della convergenza di questi lessici in un approccio bio-psico-sociale.
4) Nonostante la fatica e il carico emotivo e operativo di curanti e pazienti, l’emergenza porta a sperimentare modalità nuove di presa in carico, facilitate dalle nuove tecnologie. Occorre non disperdere questo patrimonio di esperienze e di conoscenza dei punti di forza e dei punti di debolezza di percorsi di cura che possono non svolgersi in ospedale. Le sfide per una nuova normalità in oncologia ruotano intorno allo sviluppo di percorsi di cura che consentano al massimo al paziente di vivere nel suo spazio familiare, riducendo gli accessi in ospedale, grazie ai farmaci somministrati a domicilio e all’uso delle nuove tecnologie. Un paziente a casa che non si senta più “abbandonato”, ma seguito secondo un percorso su misura.
5) Un elemento ricorrente è la necessità di ripartire nel dopo emergenza con un’articolazione ospedale-territorio che consenta una reale presa in carico in equipe e multidisciplinare. L’emergenza ha reso definitivamente visibile l’assenza di tutto questo e l’estrema necessità che diventi una priorità, sia per garantire cure migliori, sia per ricostruire una relazione di fiducia tra pazienti e curanti, mitigando l’impatto anche psicologico della pandemia, con un’esperienza di miglioramento nella nuova normalità. La crisi ha infatti mostrato la centralità della cura delle relazioni sia nell’equipe sia con tutti gli attori che ruotano intorno al processo di cura.

 

Per approfondire la lettura de “L’Oncologia e il Virus: Pareri ed Emozioni di Uomini e Donne Coinvolti nella Cura e Gestione del Cancro” è possibile scaricare gratuitamente il volume, disponibile in formato PDF, anche attraverso la sezione dedicata nel Notiziario AIOM.

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