Un progetto ambizioso e articolato, quello che da anni porta avanti Sandra Pierpaoli, psicologa, psicoterapeuta e artiterapeuta, che da sempre ha creduto nell’importanza della creatività come risorsa e metodologia di cura. Un concetto che negli ultimi anni, con la maggiore diffusione in ambito sanitario dell’umanizzazione delle cure, ha coinvolto sempre più esperti e professionisti della salute e del benessere. L’esperienza del Covid-19 ha poi rappresentato un considerevole aumento delle prestazioni e degli eventi erogati attraverso gli strumenti online. Da qui nasce l’incontro della Drammaterapia Integrata, una metodologia ampiamente sperimentata dall’autrice in percorsi e laboratori in presenza, con il digitale : una sfida non indifferente, vista la centralità del coinvolgimento corporeo ed emozionale. In questo libro, Sandra Pierpaoli racconta e descrive una specifica metodologia di osservazione nella ricerca effettuata in occasione di studi pilota con pazienti oncologici, nelle malattie reumatologiche e rare, e nella procreazione medicalmente assistita.
“Il percorso che mi ha portato a scrivere questo testo inizia da lontano, nel cammino sono molte le persone che hanno contribuito alla sua gestazione e al suo sviluppo – racconta Sandra Pierpaoli – La Drammaterapia Integrata è uno strumento che permette di accedere tanto al potenziale creativo che alle memorie e ai vissuti traumatici, promuovendo il dialogo tra queste due parti, nella ricerca di un completamento reciproco, attraverso il quale vivere, crescere, guarire e a volte morire, più pienamente e più consapevolmente”
Ma come trasportare un’esperienza ad alto coinvolgimento corporeo in una dimensione digitale?
L’occasione si è concretizzata grazie a DNM, una PMI innovativa, attiva nell’area della medicina narrativa digitale e del supporto psicologico online, fondata dall’antropologa Cristina Cenci. Cenci scrive: ““Il passaggio dall’analogico al digitale richiede un’innovazione anche nelle modalità di supporto psicologico. Non è sufficiente sostituire l’incontro faccia a faccia con la videochat. Il cambio di setting determina infatti un cambiamento del rituale terapeutico che va problematizzato e innovato. La sfida che stiamo portando avanti è quella di capire come valorizzare l’interazione corporea in un contesto apparentemente senza corpo, come quello digitale”.
Le numerose e variegate esperienze descritte nel libro, oltre a trattare ampiamente l’applicazione della Drammaterapia Integrata nel campo della clinica, si estendono anche agli ambiti dell’educazione e della formazione, dove si aprono all’incontro e all’integrazione con altre metodologie innovative, come l’Artigianato Artistico Educativo e Construction & Therapy, permettendo al lettore di ampliare lo sguardo nella direzione di un utilizzo trasversale del metodo, oltre agli spazi dedicati al linguaggio creativo, poetico e iconico, di chi ha sperimentato percorsi metaforici di Drammaterapia Integrata in gruppo o individualmente.
L’approccio, che si basa sulla valorizzazione della relazione di cura e sull’impatto positivo che i linguaggi artistici hanno sulla promozione, il mantenimento e la gestione della salute, rappresenta quindi uno strumento prezioso e utile, non solo per quanti operano nel settore sanitario e/o educativo e/o artistico, ma anche per un ampio bacino di utenza, che si trova a fronteggiare il disagio, sia dal punto di vista psicologico, sia fisico.
Un testo che può dunque rappresentare, sia per gli operatori che per gli utenti, un’occasione di conoscenza, di riflessione e di approfondimento di una metodologia, che va ben oltre la facile improvvisazione, e che propone una visione trasformativa tanto della sofferenza e della malattia, che della relazione educativa e terapeutica.