L’idea è venuta alla mamma di un piccolo paziente di una clinica del Michigan: il risultato è tutto da vedere
Articolo di Lorenza Castagneri su La Stampa
La caccia ai mostri scatenata da Pokémon GO ha spinto qualcuno a lasciare il lavoro, altri a trasformare il proprio albergo in Pokéfriendly e la Cina a decidere di boicottare il gioco per paura delle spie. In mezzo a tante follie, dagli Stati Uniti arriva la storia di un ospedale infantile che ha scelto di utilizzare la app per spingere i suoi piccoli pazienti ad alzarsi dal letto e interagire tra loro, aiutandoli a recuperare almeno in parte una vita normale.
Succede al C.S. Mott Children Hospital, di Ann Arbor, in Michigan. Jennifer Griggs è la mamma di Braylon, un bambino di 11 anni ricoverato per un tumore inoperabile. «Abbiamo scaricato Pokémon GO per cercare di spronarlo a uscire dalla stanza e a fare un po’ di movimento. Dover restare in reparto per tanto tempo è deprimente», ha raccontato la donna a Usa Today. Un esempio poi seguito dagli altri genitori e incoraggiato da medici e infermieri che si sono messi al fianco dei bambini alla ricerca di Pikachu e company.
«Ci siamo resi conto che i bambini spesso camminavano nei corridoi senza nemmeno parlarsi», ha aggiunto J.J. Bouchard, specialista dell’ospedale. «Grazie a Pokémon Go sono più attivi ed entrano in contatto con maggiore facilità. Il gioco è un modo divertente per dargli una mano». Tra i muri bianchi e le porte di legno chiaro dei reparti sono nati anche i Pokéstops, dove i giocatori possono guadagnare nuove funzionalità e le palestre da difendere o da conquistare. Un video realizzato da Humankind per Usa Today mostra i risultati dell’esperimento: i pazienti, smartphone alla mano, sebbene aiutati dagli infermieri o attaccati a flebo e macchinari, viaggiano per l’ospedale, sorridono a vedere i mostri nella realtà, saltano di gioia quando ne catturano uno. Insomma, la terapia Pokémon GO funziona. continua a leggere