La strada verso una Sanità digitale è segnata. La comunicazione medico-paziente si basa sempre più sull’adozione di piattaforme di instant messaging, ma tranne alcune best practice locali manca ancora un sistema all’altezza delle richieste del GDPR. Soluzioni alternative in campo e strategie da perseguire.
Articolo di Valeria Tartamella su Agenda Digitale
L’Organizzazione mondiale della Sanità ha definito la nuova medicina come “healthcare technology”. Un principio che ben si adatta al rapporto-medico paziente del futuro: sempre più improntato allo scambio di informazioni in “real time” e in grado di agevolare una molteplicità di processi. Ma per tutelare la privacy degli utenti-pazienti in linea con quanto richiesto dal GDPR è necessario allontanarsi da mezzi, metodi sociali e medici tradizionali. E svoltare verso nuovi modi più raffinati, completi e sicuri di vivere la comunicazione sanitaria, certamente anche più accessibili a ogni tipologia di utenza, al fine di aumentare la qualità dell’assistenza sanitaria.
Il rapporto tra medico e paziente è da sempre un argomento parecchio affrontato nei trattati medici così come in quelli filosofici e viene descritto come una relazione asimmetrica a causa delle scarse conoscenze tecnico scientifiche dell’assistito e chiaramente della totale subordinazione del paziente al sanitario. La delicata connessione tra le parti si basa su pochi ma specifici principi quali la fiducia, perché diventa strettamente necessario che il paziente creda pienamente nelle capacità di colui che ha nelle proprie mani la sua vita, così come il principio di pedagogia perché è necessario educare il paziente dal punto di vista teoretico, psicologico e didattico verso i suoi metodi di guarigione.