La cronaca dell’evento “Uomo on-life: tecnologia al servizio o persona bannata?” organizzato dalla Diocesi di Avezzano sotto l’egida della Pontificia Accademia per la Vita e con il patrocinio del Center for Digital Health Humanities, in un articolo di Elisabetta Marraccini pubblicato sul quotidiano Avvenire.
Articolo di Elisabetta Marraccini su Avvenire
«L’orizzonte che abbiamo davanti è quello di un cambiamento d’epoca al cui interno assistiamo ad una rivoluzione tecnica permanente. Se la esaminiamo in modo complessivo, vediamo che coinvolge e trasforma, o sovverte, tutte le dimensioni dell’esistenza umana e delle relazioni sociali. Con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale il rischio è che l’uomo diventi servo della macchina». Queste le parole del presidente della Pontificia Accademia per la Vita, l’arcivescovo Vincenzo Paglia, durante il convegno «Uomo on–life: tecnologia al servizio o persona bannata?», che si è tenuto ieri nel Castello Orsini di Avezzano.
Un evento di sensibilizzazione e approfondimento, organizzato dalla diocesi di Avezzano, guidata dal vescovo Pietro Santoro, sotto l’egida della Pontificia Accademia per la Vita. Digitale, robotica e intelligenza artificiale rappresentano modi complementari di interpretazione della realtà e che interpellano la responsabilità dell’uomo. Paglia, nel suo intervento ha descritto le caratteristiche e le implicazioni della tecnologia con cui oggi ci troviamo a vivere. «Questi sono tempi cruciali, chi ha il nostro maggior numero di dati – ha evidenziato Paglia – può esercitare su di noi un vero potere. Loro sanno tutto di noi. L’algocrazia, che è il potere di chi possiede gli algoritmi, va assolutamente fronteggiata con l’argoretica, per dare sempre il primato alla persona umana».
Con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale il rischio è che l’accesso e l’elaborazione dei nostri dati diventino selettivamente riservati alle grandi holding economiche, ai sistemi di pubblica sicurezza, agli attori della governance politica. «È in gioco l’equità nella ricerca di informazioni o nel mantenere i contatti con gli altri, se la sofisticazione dei servizi sarà automaticamente sottratta a chi non appartiene a gruppi privilegiati o non dispone di particolari competenze». Tematiche complesse, quelle che sono state approfondite, con l’obiettivo di offrire strumenti di lettura e interpretazione di queste nuove e rilevanti tecnologie che stanno modificando radicalmente la nostra vita quotidiana. «Non tutto ciò che l’uomo può fare – ha ripetuto Paglia – è bene che faccia e non tutto ciò che l’uomo può fare è utile all’umanità. Noi vorremo che la dignità dell’uomo potesse, attraverso la tecnologia, creare una convivenza lieta, felice, responsabile». Il convegno, curato dal comitato scientifico e organizzatore formato dai professori don Claide Berardi, don Vincenzo Massotti e Alessandro Franceschini, si è articolato in due momenti. La mattina insieme agli studenti delle scuole superiori, il pomeriggio aperto a tutti. Il dibattito è stato moderato dalla giornalista e tecnologa Barbara Gasperini, con il teologo e bioeticista Carlo Casalone, membro corrispondente della Pontificia Accademia per la Vita, il filosofo Mario De Caro, ordinario di Filosofia Morale presso l’Università degli Studi di Roma Tre, la psicologa Felicia Pelagalli, fondatrice e presidente di Culture srl e Associazione «InnovaFiducia». L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di intercettare ed identificare le domande più importanti sulle implicazioni antropologiche, proponendo criteri di valutazione che coinvolgono la dimensione globale della tematica.
L’appuntamento ha voluto collegarsi idealmente con i workshop di questi anni, promossi dalla Santa Sede, su roboetica e intelligenza artificiale. Durante il convegno c’è stata una interessante performance con i robot dell’IIS Ettore Majorana di Avezzano che, programmati dai giovani studenti dell’istituto, hanno fornito un esempio di come la collaborazione tra uomini e macchine può essere usata per scopi educativi. Gli alunni hanno mostrato come loro stessi interagiscono con i robot e in particolare con il piccolo umanoide «Ettore», un robot Nao, con cui si esercitano già sui banchi di scuola a collegare le nuove tecnologie alla realtà quotidiana sperimentando la loro applicazione alla risoluzione di semplici problemi. I ragazzi sono stati coordinati dalle professoresse Alessia Galli e Maria Antonietta Montanile.
L’artista aquilano Franco Angelosante, ha esposto per l’occasione alcune sue opere inerenti l’arte e la scienza. Presenti al convegno le aziende che nel territorio locale investono molto sull’intelligenza artificiale. «È notizia di questi giorni – afferma Alessandro Franceschini, membro del comitato scientifico organizzatore – che un gruppo di ricercatori statunitensi ha assemblato cellule animali con parti robotiche governate dall’intelligenza artificiale, dando vita a vere e proprie macchine biologiche, inoltre, tutti conosciamo Alexa, il dispositivo di assistenza personale. Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano quanto sia eccezionale la tecnologia più avanzata, fino ad arrivare ad applicazioni che impattano in maniera significativa la nostra quotidianità proiettandoci nel virtuale. Ci troviamo in una sfida epocale che sta modificando radicalmente l’esistenza umana. È urgente, perciò, intensificare lo studio e il confronto sugli effetti dell’evoluzione della società in senso tecnologico, per tutelare la nostra dignità di persone. L’evento che abbiamo organizzato – conclude Franceschini – vuole rappresentare un primo tentativo per iniziare a riflettere, anche come comunità locale, in tal senso. Ovviamente si tratta di un primo e piccolo passo di un cammino complesso che però non possiamo più esimerci dal fare». Il convegno è stato patrocinato dal Center for Digital Health Humanities di Roma e dall’Istituto superiore di Scienze religiose dell’Aquila e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila. L’Ufficio scuola diocesano, ha promosso l’iniziativa riconoscendola valida ai fini dell’aggiornamento formativo dei docenti di religione cattolica.
Testo integrale della relazione tenuta da Mons. Vincenzo Paglia, arcivescovo presidente della PAV