- In Italia, circa il 7% dei neonati nasce prematuro (circa 35.000 nascite pretermine l’anno)[1]
- Apertura H24 delle terapie intensive neonatali, continuità assistenziale dei neonati nei primi 3 anni di vita, superamento delle disparità regionali: questa la richiesta congiunta di SIN, Società Italiana di Neonatologia, e di Vivere Onlus
- Il ‘senso di colpa’ dei genitori trova sul web una ‘Rete’ di protezione dove confrontarsi e raccontare il proprio vissuto emotivo. Per il 60% dei genitori è fondamentale il ruolo degli operatori sanitari (neonatologi e infermieri) che fungono da reale supporto per i genitori. A casa, il 57% dei genitori sente la mancanza di un supporto psicologico e il 41% ritiene necessario un aiuto nella gestione dei primi anni del bambino
- Testimonial d’eccezione il campione mondiale di volley Andrea Lucchetta che, con i suoi 199 cm di altezza, “amplificherà” l’importanza di prendersi cura dei piccoli nati prima del tempo, lanciando una call to action alla community (#Tproteggo)
Piccoli e fragili: sono i neonati prematuri. Bambini che cominciano la loro vita in salita perché hanno bisogno di più cure, sostegno e attenzione. Ma nel nostro Paese c’è ancora molto da fare, tanto più che in Italia si contano mediamente quasi cento nascite pretermine al giorno. VIVERE Onlus e la Società Italiana di Neonatologia in collaborazione con AbbVie presentano la campagna T-PROTEGGO, con l’obiettivo di sollecitare l’attenzione di tutti sui diritti e necessità dei nati pretermine e delle loro famiglie, che in alcune aree geografiche non sono ancora completamente soddisfatti.
“La campagna T-Proteggo nasce dalla volontà di riaccendere il dialogo tra le Istituzioni, i reparti di Neonatologia e le associazioni dei genitori per una migliore e più omogenea assistenza e gestione del neonato pretermine. Strategie di prevenzione, elevata qualità assistenziale e follow-up prolungato dopo la nascita rappresentano alcuni dei punti cardine da sviluppare” – dichiara Fabio Mosca, Presidente SIN.
“È il momento di realizzare una vera sinergia a livello nazionale, finalizzata a migliorare la salute del bambino nato prematuro e ad assicurare un adeguato sostegno socio-sanitario alle famiglie. Un percorso che coinvolge in primo luogo i genitori, ma che deve prevedere la partecipazione attiva anche delle Istituzioni” – dichiara Mauro Stronati, Past President SIN.
Ma cosa ne pensano i genitori? In primo luogo, dall’analisi delle conversazioni online[2], emerge soprattutto il senso di colpa. La mamma, in particolare, sente di aver messo il bambino in pericolo perché non è riuscita a portare a termine la gravidanza e di non essere più in grado di proteggerlo. Raccontare sul web l’esperienza della prematurità vuol dire trovare una “Rete” di protezione che offre solidarietà, rassicurazione, forza e speranza da chi sta affrontando o ha affrontato la stessa esperienza.
Secondo recenti dati[3], un terzo dei genitori arriva al parto pretermine senza aver mai sentito parlare di nascita prematura e anche chi ha questo tipo di informazione arriva impreparato. Dal momento della nascita, gli operatori sanitari assumono un ruolo decisivo: nel 61% dei casi il neonatologo e nel 62% gli infermieri fungono da reale supporto per i genitori. Grande sostegno viene dato anche dagli altri genitori che, nel 56% dei casi, hanno avuto un ruolo significativo per il superamento di questa fase. Una volta rientrati a casa, il 57% dei genitori sente la mancanza di un supporto psicologico e il 41% ritiene necessario un aiuto nella gestione dei primi anni del bambino.
“L’organizzazione dell’assistenza ai neonati prematuri vede punte di assoluta eccellenza nel nostro Paese. Ma c’è ancora molto da fare, anche perché la situazione regionale è tuttora molto disomogenea. È urgente e necessario garantire ai genitori l’accesso 24 ore su 24 ai reparti di Terapia Intensiva Neonatale in tutte le regioni. La presenza dei genitori, infatti, oltre ad essere importante per la relazione affettiva e di attaccamento, favorisce lo sviluppo neuro-comportamentale del neonato come scientificamente riconosciuto. Poter stare con il proprio bambino senza limiti di orario è basilare al fine di sostenere l’allattamento e ridurre o contenere il dolore. È necessario inoltre che venga garantito un attento follow-up dei neonati pretermine almeno nei primi tre anni di vita, anche attraverso la costruzione di una rete tra tutte le realtà sociosanitarie del territorio” –dichiara Martina Bruscagnin, Presidente Vivere Onlus.
“In Italia, per i neonati pretermine, le differenze regionali nel percorso assistenziale hanno un impatto significativo sulla vita del bambino e della sua famiglia. AbbVie è da sempre impegnata in programmi di partnership volti a individuare soluzioni concrete e sostenibili, anche attraverso campagne di sensibilizzazione, come in questo caso a supporto dei diritti del bambino e dei suoi genitori” – afferma Fabrizio Greco, Amministratore Delegato di AbbVie Italia.
La campagna T-proteggo – che ha ottenuto il patrocinio di SIP, Società Italiana di Pediatria, FIMP, Federazione Italiana Medici Pediatri, FIARPED, Federazione Italiana delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell’Area Pediatrica – vede la partecipazione attiva di un testimonial d’eccezione: il campione del mondo Andrea Lucchetta, da sempre impegnato al fianco dei bambini. Ex pallavolista passato dalla ‘Generazione di fenomeni’ a commentatore sportivo in grado di far impazzire i social, Lucky Lucchetta ha deciso di aderire a questa iniziativa lanciando una call to action alla community. Come dice Andrea col suo stile inconfondibile: “Abituato a ‘fare muro’ contro l’indifferenza, vorrei far postare sulla rete dei social qualsiasi messaggio utile a sensibilizzare i followers sulla campagna T-proteggo. Come ‘proteggo’ un pallone in difesa o lo coccolo in palleggio, chiedo a tutti di proteggere i diritti dei neonati prematuri postando sui social foto, video o storie utilizzando l’hashtag #Tproteggo, per accendere l’attenzione sulle problematiche dei bambini nati prima del tempo”.
[1] Rapporto annuale sull’evento nascita in Italia – CeDAP 2015 http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2766_allegato.pdf
[2] “Nascere prematuri online: il web che protegge”. Analisi delle storie sulla prematurità in Rete condotta da Eikon SC, ottobre 2018
[3] “I bisogni delle famiglie con bambini nati prematuri” – Ricerca quali-quantitativa condotta da Doxapharma, ottobre 2018 (200 interviste)