La diffusione dei servizi di assistenza sanitaria tramite il ricorso a tecnologie innovative è ancora scarsa e disomogenea. Ma soprattutto, le linee di indirizzo per l’istituzione e l’implementazione della sanità digitale, del 2014, sono già datate ancora prima che il sistema sia entrato pienamente a regime
Articolo di Chiara Daina su ilfattoquotidiano.it
Nella lista dei buoni propositi per l’anno nuovo l’Italia dovrà mettere la telemedicina. La diffusione dei servizi di assistenza sanitaria tramite il ricorso a tecnologie innovative è ancora scarsa e disomogenea sul territorio nazionale. Ma soprattutto, le linee di indirizzo per l’istituzione e l’implementazione della sanità digitale, del 2014, sono già datate ancora prima che il sistema sia entrato pienamente a regime. A denunciarlo è Sergio Pillon,direttore dell’unità operativa di telemedicina cardiovascolare all’ospedale San Camillo di Roma, nonché coordinatore della commissione per la governance delle linee guida sulla telemedicina nominata dal ministero della Salute nel 2015 e il cui mandato è scaduto in autunno. Continua a leggere